OUR INTERVIEW TO ETTORE DE CESARE

Ettore De Cesare rappresenta la terza generazione di una sartoria la cui origine risale circa al 1960 quando il "nonno" alla ricerca di un mestiere, aveva deciso di fare il sarto, poichè credeva fosse un "arte" che portasse alla gloria. Le tecniche sartoriali utilizzate sono le stesse di quelle che caratterizzavano le generazioni di sarti precedenti, ciò che è cambiato sono i tessuti, i quali evolvendosi hanno dato luogo a giacche più leggere, decostruite, ma i punti che vengono applicati sono gli stessi di 50 anni fa e in alcuni casi anche dalle stesse persone. Ettore inoltre ha contribuito ad "internazionalizzare" il suo prodotto collaborando con numerosi mercati esteri che offrono la possibilità di allargare la propria clientela.

1) Quanto influisce il mercato estero sul fatturato?

Il mercato estero rappresenta circa l''80% del fatturato, sia perchè vi è una possibilità di acquisto maggiore, sia perchè paradossalmente vi è una ricerca del dettaglio che in italia nell'ultimo periodo è andata un pò smarrita.

2) Quali sono i valori più importanti che ti sono stati trasmessi da tuo nonno?

Ciò che conta più di tutto è garantire al cliente sempre un'alta qualità nella lavorazione e nei tessuti, e trasferire l'eleganza dell'abito nell'eleganza dei modi che contribuiscono ad associare questo concetto ad un qualcosa di strettamente legato all'educazione.

3) Che cosa contraddistingue la tua sartoria?

L'obiettivo che Ettore si è posto fin da subito è stato quello di unire il concetto di sartoria inglese con quella napoletana, le quali nonostante rappresentino i capisaldi dell' hand made nel mondo, sono molto diverse tra loro. Egli infatti congiunge elementi tipici della sartoria napoletana come il comfort del giro, tipicamente corto e la presenza di una tasca applicata completamente diversa, con elementi della sartoria inglese, come la pulizia degli interni e la morbidezza delle tele ed una tipica "rigidità" degli abiti che la diversifica dalla sartoria partenopea.

4) Verso cosa deve indirizzarsi l'attenzione di un "gentleman" che acquista per la prima volta un abito su misura?

Ciò che sicuramente influenza la scelta della sartoria nella quale si vuole dar vita al prorio abito è la sua storia, in quanto conoscere la sua tradizione costituisce un presupposto fondamentale per un rapporto di fiducia tra il cliente e il suo intermediario. Un altro aspetto importante consiste nel scegliere sartorie che utilizzino tessuti di prima qualità, quasi sempre Inglesi come Holland and Sherry, Dourmil, Scabal, senza mai lesinare su questi poichè rappresentano l'elemento principale per la creazione di un buon abito.

5)Cosa bisogna fare in occasione della prima prova di un abito ?

È fondamentale afferma Ettore , presentarsi con gli accessori che si intende indossare con quell'abito, come la camicia o le scarpe, stringata , doppia fibbia o mocassino che lo possono caratterizzare in diversi modi; è assolutamente vietato invece indossare una t-shirt durante una prima prova.

6) Qual'è l'errore che un sarto non deve mai fare?

L'errore che un sarto non deve mai commettere è sicuramente quello di dare un consiglio al cliente attingendo solo ed esclusivamente ai proprio gusti in quanto potrebbe non essere conforme nè alla personalità nè ai gusti del cliente stesso , ma cercare sempre di ottenere la soluzione più appropriata e " su misura" per ciascuno di loro, creando un abito non sull'identità del sarto bensì sull'identità del cliente e aiutarlo e consigliarlo nella scelta dei tessuti , dei colori , del taglio e di tutti i più piccoli dettagli, cercando di avere con quest'ultimo un approccio oggettivo e non soggettivo anche se i gusti del sarto non dovessero combaciare con quelli del cliente. Dunque è importante saper dare consigli utili ma cercando sempre di rispettare la volontà del cliente.

7)Quali sono i pro e i contro di un abito semi-intelato e di uno sartoriale?

Ovviamente secondo Ettore non esistono difetti in un abito sartoriale , se non il prezzo , ma d'altronde è più che giustificato considerando che dietro vi sono circa 48 ore lavorative per la sua realizzazione, articolate in vari incontri tra sarto e cliente. Il principale difetto di un abito semi intelato è la presenza nel quarto inferiore della giacca di un adesivo che lo rende molto più rigido a differenza di quello sartoriale che è realizzato completamente in tela e man mano che il cliente lo indossa grazie alle sua fibra naturale veste come una seconda pelle modellandosi sul corpo di chi lo indossa. Inoltre è grazie alla sua completa realizzazione in tela che esistono abiti sartoriali Risalenti agli anni 60 che possono essere ancora indossati. Tutto ciò non si può avere invece nell'abito semi-intelato poiché la tela è presente solo nella parte superiore della giacca mentre l'adesivo presente nella pare inferiore una volta che la giacca viene portata in lavanderia può favorire la formazione di bolle che deteriorano la giacca stessa.

8)Quali sono i 5 must che non devono mai mancare nel guardaroba di un uomo ?

Ovviamente lo smoking , indispensabile per una cena elegante , il Tight da indossare esclusivamente per una cerimonia diurna , un blazer blu indossabile sia su uno spezzato che su un jeans , un abito blu monopetto e un abito doppiopetto. Molto più marginale invece secondo Ettore è l'utilizzo di abiti gessati a differenza di un abito blu che risulta essere molto più versatile in quanto lo si può indossare sia di giorno che di sera magari cambiando solo gli accessori, ad esempio utilizzando una cravatta più scura la sera, abbinata ad una scarpa ed una cintura di tonalità scura.

9) Ci definisca il suo stile.

Ettore ci confessa che ama indossare abiti aderenti e tra tutti il suo preferito è il completo blu. I pantaloni invece rigorosamente a vita alta e con le pence, e ciò che gli permette di contraddistinguersi è una certa eccentricità che viene determinata dall'accessorio come una cravatta particolare o una scarpa testa di moro.

10)Quali sono le diverse fasi per la realizzazione di un abito ?

La prima fase riguarda la scelta dei tessuti, capire cosa vuole il cliente e quale destinazione di utlilizzo debba avere l'abito, a ciò segue la presa delle misure del torace e del bacino. Successivamente il cliente torna in sartoria per effettuare la prima prova che va fatta in "bianco", poichè i revers non sono chiusi, e ciò consente di avere un maggiore margine di manovrabilità sull'abito, consentendo eventuali modifiche.
In seguito alla prima prova che richiede le prime 15-16 ore lavorative afferma Ettore, la giacca viene riaperta a "quarti" effettuando lo sdifettamento di quest'ultima indosso al cliente aggiungendo le tasche, le mostre, parte delle fodere nel davanti , creando così la seconda prova. Intorno alle 40 ore lavorative la giacca è quasi ultimata, manca solo la ribattitura a mano dei fondi , dei giri, e di tutti i mezzi punti.
Successivamente vengono cucite le asole che Ettore predilige rigorosamente a goccia e rialzate. L'ultima fase prevede la stiratura dell'abito, la messa a bottoni e la consegna al cliente che Ettore cerca sempre di fare di persona. Se il cliente rispetta i tempi l'abito viene consegnato dopo circa trenta giorni dalla scelta dei tessuti.

11) Qual'è il prezzo di un abito targato "Ettore De Cesare" ?

Per la città di Napoli, afferma Ettore, si parte da circa 1.700 euro mentre per Milano circa 1.900 euro. Attualmente il mercato più redditizzio è quello della città di Londra dove per un abito targato Ettore De Cesare ci vogliono almeno 2.500£.

12) Secondo lei , le generazioni emergenti si allontanano o meno dal mondo sartoriale e più in generale dell'artigianato?

Secondo Ettore sono pochi i giovani che al giorno d'oggi si avvicinano a questo mondo, per diversi motivi. La sartoria rappresenta un prodotto di nicchia alla quale in pochi possono attingere, mentre le generazioni odierne sentono sicuramente più vicine le mode passeggere che possono rendere proprie più facilmente. Dietro tutto ciò vi è anche un discorso culturale che negli anni è cambiato. In passato infatti il padre accompagnava il figlio dal sarto per comprare il suo primo abito, al giorno d'oggi invece quest'usanza è andata persa.

Il team di Beclass ringrazia Ettore De Cesare ed il suo staff per la sua disponibiltà e per averci accolto all'interno della sua sartoria.
A presto, Giulio e Nicolò.

© 2016 BECLASS / L’eleganza non è farsi notare, ma farsi ricordare.(Giorgio Armani)
Creato con Webnode Cookies
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia